Libera conoscenza nella scuola? Tanti ostacoli, ma anche primi passi da incoraggiare

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Sentire parlare nei siti della PA di licenze Creative Commons e di copyleft, ossia in sintesi della lotta contro l’abuso del diritto d’autore e per la libera conoscenza, non è comune in Italia, figuriamoci poi in un mondo non certo innovativo come quello della scuola. Voglio, quindi, dedicare questo editoriale ad incoraggiare gli sforzi in questo senso del sito Innovascuola, anche se è solo un inizio e c’è ancora molta strada da fare e molte insidie da superare. Le forze trasversali della reazione sono infatti qui particolarmente agguerrite e astute.

16 Giugno 2009

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Carlo Mochi Sismondi

Articolo FPA

Sentire parlare nei siti della PA di licenze Creative Commons e di copyleft, ossia in sintesi della lotta contro l’abuso del diritto d’autore e per la libera conoscenza, non è comune in Italia, figuriamoci poi in un mondo non certo innovativo come quello della scuola. Voglio, quindi, dedicare questo editoriale ad incoraggiare gli sforzi in questo senso del sito Innovascuola, anche se è solo un inizio e c’è ancora molta strada da fare e molte insidie da superare. Le forze trasversali della reazione sono infatti qui particolarmente agguerrite e astute.

Su saperi PA trovi approfondimenti e gli atti del convegno InnovaScuola a FORUM PA ’09

Innovascuola (ne avevamo già parlato a FORUM PA ’09) è un’iniziativa del Dipartimento Innovazione e Tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con Il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e rappresenta, a mio parere, il lato sano degli investimenti per l’innovazione tecnologica nella scuola. Il lato malato è, sempre a mio parere del tutto personale, quello degli investimenti nelle Lavagne Interattive Multimediali che con decisione bipartisan (l’iniziativa nasce dall’ultimo Governo Prodi e trova prima realizzazione con questo Governo Berlusconi) dedicano centinaia di milioni di euro a fornire hardware nelle scuole. 

Cosa è la licenza creative commons e il copyleft? Leggilo su Saperi PA

L’idea di innovascuola è semplice: mettere a disposizione di tutte le scuole materiali didattici digitali sia professionali (molti, ma non tutti sono gratuiti e distribuiti con licenza Creative Commons [1]; qualcuno è a pagamento), sia prodotti elaborati e messi a disposizione da altre scuole e altre classi che creano così una rete e uno scambio molto promettente di materiali all’insegna della “intelligenza collettiva”.

Leggendo sul sito scopriamo che InnovaScuola è fatta, quindi, per i docenti che vogliono scoprire e utilizzare i supporti multimediali per l’insegnamento. Con la Libreria Digitale Aperta (LDA) si possono prelevare centinaia di contenuti didattici gratuiti. C’è un area redazionale Primo Piano  con news, interviste o recensioni di libri e siti, proposti dalla redazione. Nell’area Esperienze si possono leggere i progetti realizzati dalle scuole con i nuovi media. È possibile, infine, approfondire l’uso delle tecnologie per la didattica con i Canali tematici e le Pillole formative.

Continuando nella navigazione ho avuto la sorpresa di leggere in home page un’intervista a Simone Aliprandi che è uno dei massimi esperti italiani di “copyleft”. Una chiara presa di posizione contro la miope posizione degli editori scolastici che cercano di riproporre per i contenuti digitali gli stessi processi (già obsoleti e discutibili) che hanno imposto per l’editoria cartacea. Non è poco in un momento che per la “libera conoscenza” è abbastanza oscurantista.

Una nota precisa poi che “I contenuti redazionali di questo sito (articoli, editoriali, redazionali, interviste audio/video, registrazioni di convegni o interventi svolti in occasioni pubbliche etc.) sono distribuiti con una licenza Creative Commons 2.5 eccetto dove diversamente specificato.”

Bene, mi pare che si vada nella giusta direzione, certo meglio che nel vecchio progetto “digiscuola” che sembrava fatto apposta per dare una vetrina gratis agli editori e che trascurava completamente la bidirezionalità della conoscenza. Speriamo che non sia un fuoco di paglia e che ci sia un sostegno di lunga durata a questo sforzo e che sia indipendente dal mezzo fisico. Ripeto che a mio parere c’è, infatti, molto bisogno di una rete di scambio della conoscenza, di un recupero dell’economia della gratuità e del dono… Molto meno di pezzi di ferro, si chiamino Lavagne Interattive Multimediali o altro.

Nella stessa giusta direzione va l’accordo della fine del maggio scorso tra il Ministro Brunetta e l’Enciclopedia Treccani che ha come obiettivo la realizzazione di strumenti innovativi per la diffusione on line di contenuti culturali di alto livello, utilizzabili sia direttamente dai cittadini che nella formazione e la didattica. La Treccani renderà disponibili, per il Portale Innova Scuola, i contenuti digitali del proprio archivio, regolati secondo i principi dei Creative Commons. In particolare il Portale Scuola dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (www.treccani.it/Portale/sito/scuola) sarà collegato al Portale InnovaScuola in modo da poter sviluppare e rendere disponibili nuovi servizi in modalità integrata e diffondere l’offerta di contenuti culturali dell’Istituto. In particolare sarà possibile, sin dai prossimi mesi:

  • fruire del Vocabolario Treccani dal Portale Innova Scuola;
  • cercare contenuti digitali del Portale Treccani attraverso il motore di ricerca di Innova Scuola;
  • visionare, dal Portale Treccani, brevi presentazioni dedicate alle nuove tecnologie per la didattica (pillole formative) di InnovaScuola.

Certo c’è ancora molto da fare per vedere il nostro Paese incamminarsi sulla strada di una “società delle libera conoscenza”.
Certo accanto a queste lodevoli eccezioni ci sono le pericolose idiozie contenute nei vari disegni di legge che, con la scusa di combattere la peste della pedofilia, si provano a regolamentare Internet o a demonizzare gli scambi peer to peer.
Qualcosa di nuovo, comunque, si vede e val la pena conoscerlo e incoraggiarlo.

Se avete voglia segnalatemi altre esperienze anche regionali di promozione della libera conoscenza, ma segnalatemi anche esempi negativi di quella oscurantista reazione fatta di tenace difesa dei privilegi e dei diritti acquisiti che certamente non demorderà.


[1] Per chi non sa cosa sia consiglio di visitare il sito www.creativecommons.it , di leggere “Creative Commons: manuale operativo" (Stampa Alternativa, 2008), di leggere i documenti sul diritto d’autore e i suoi abusi su www.ilsecolodellarete.it 

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