Come educare i cittadini di domani a un uso consapevole e critico delle informazioni online? Quali competenze sono necessarie per navigare tra Vero, Falso e X? Ne parliamo con Laura Biancato, Dirigente Scolastico ITET – Istituto Tecnico Economico Tecnologico Statale Luigi Einaudi, Lorenzo Benussi, Head of EdTech Unit LINKS Foundation, Jessica Niewint, Tecnologo Indire, Gianluca Schiavo, Ricercatore Centro Augmented Intelligence della Fondazione Bruno Kessler
25 Ottobre 2024
Redazione FPA
Come possiamo preparare i cittadini di domani a distinguere il vero dal falso in un mondo sempre più dominato dall’intelligenza artificiale e dalle informazioni digitali?
Ce lo siamo domandati nel corso del talk “Quali competenze nell’era dell’intelligenza artificiale?”, moderato da Michela Stentella, Direttrice responsabile di forumpa.it, nell’ambito della Maratona FORUM PA per il Smart Life Festival 2024 in diretta dagli studi FPA mercoledì 16 settembre.
L’incontro ha coinvolto esperti nel campo dell’educazione e delle tecnologie: Laura Biancato, Dirigente scolastico dell’ITET Luigi Einaudi, Lorenzo Benussi, Head of EdTech Unit presso LINKS Foundation, e Jessica Niewint, Tecnologo di Indire. Il tema centrale del talk è stato quello dell’educazione digitale e della necessità di formare i giovani in modo che sviluppino una coscienza critica nell’uso delle informazioni online, con un focus particolare sull’impatto dell’intelligenza artificiale sulla didattica e sulle competenze necessarie per navigare tra vero, falso e la cosiddetta post-verità.
Scuola e competenze digitali: il punto di partenza
Fin dall’inizio dell’incontro, è emerso come la scuola sia considerata il punto di partenza fondamentale per sviluppare le competenze digitali dei giovani. Laura Biancato, forte della sua lunga esperienza nel settore scolastico, ha sottolineato l’importanza di formare gli studenti non solo all’uso degli strumenti tecnologici, ma anche allo sviluppo del pensiero critico:
“L’intelligenza artificiale e le tecnologie digitali stanno cambiando profondamente il modo in cui impariamo e insegniamo. Non possiamo limitarci a insegnare come usare le tecnologie: dobbiamo educare i ragazzi a riflettere criticamente sulle informazioni che trovano online.
Nel suo intervento ha infatti precisato quanto sia importante che la scuola prepari gli studenti a diventare cittadini digitali consapevoli, in grado di analizzare le fonti, valutare l’affidabilità delle informazioni e distinguere tra vero e falso in contesti che diventano giorno dopo giorno sempre più complessi.
Jessica Niewint ha evidenziato come, nonostante l’adozione dell’IA sia ancora in una fase sperimentale, essa rappresenti un elemento sempre più presente nel panorama educativo. Ha ribadito l’importanza di sostenere sia gli studenti che gli insegnanti nel processo di integrazione delle tecnologie digitali nella didattica:
“Indire lavora attivamente per supportare i processi di innovazione nella scuola. L’intelligenza artificiale sta già modificando il modo in cui insegniamo, e la formazione degli insegnanti è cruciale affinché possano affrontare queste sfide”.
Pensiero critico e competenze per il futuro
Uno dei temi centrali e ricorrenti emersi durante il dibattito, già anticipato in apertura da Laura Biancato e successivamente ripreso dagli altri relatori, è il pensiero critico negli studenti. Lorenzo Benussi ha affrontato l’argomento, sottolineando che non si tratta solo di preparare i giovani alle professioni del futuro, ma piuttosto di prepararli a vivere in una società complessa e interconnessa.
“Non dobbiamo preoccuparci troppo di preparare i giovani per le professioni del futuro, perché queste cambieranno continuamente. Dobbiamo invece prepararli a essere cittadini attivi e consapevoli, in grado di collaborare con gli altri e di utilizzare le informazioni in modo critico e responsabile”, ha affermato.
Il suo intervento ha messo in luce l’importanza del pensiero critico nell’interazione con le tecnologie digitali, soprattutto con l’intelligenza artificiale, che oggi è in grado di fornire risposte a una vasta gamma di domande. Ha ricordato come sia fondamentale insegnare agli studenti a non accettare passivamente le risposte generate dall’AI, ma piuttosto a interrogare e verificare le informazioni fornite.
“L’intelligenza artificiale può rispondere a qualsiasi domanda, ma ciò non significa che tutte le risposte siano corrette o accurate. Il nostro compito è insegnare ai giovani a valutare criticamente le risposte, a identificare le false informazioni e a sviluppare una comprensione profonda di ciò che è vero e di ciò che è falso”.
Secondo Benussi, L’intelligenza artificiale può essere uno strumento potentissimo anche per la creatività e l’apprendimento, ma dobbiamo sempre ricordare che è solo uno strumento, e come tale, deve essere utilizzato in modo consapevole e critico.
L’intelligenza artificiale come strumento didattico
Durante il talk è emerso chiaramente che l’IA non è solo uno strumento tecnologico avanzato, ma anche una preziosa risorsa didattica. Jessica Niewint ha messo in risalto le potenzialità dell’’intelligenza artificiale per personalizzare le esperienze di apprendimento, rendendole più inclusive e modulate sulle esigenze individuali degli studenti. “L’IA può aiutare a creare percorsi di apprendimento personalizzati, adattandosi al ritmo di ciascuno studente. Questo è particolarmente utile per affrontare le differenze di apprendimento in classe.” Integrare queste tecnologie in modo oculato, senza però rinunciare all’aspetto umano dell’insegnamento, offre sbocchi potenzialmente infiniti per l’evoluzione della didattica.
Anche Lorenzo Benussi ha condiviso esempi concreti su come l’IA possa essere sfruttata in ambito scolastico. Ha menzionato l’importanza di lavorare su progetti di gruppo, in cui gli studenti possano collaborare e utilizzare l’intelligenza artificiale per risolvere problemi complessi. Un metodo che permette ai ragazzi di sviluppare competenze epistemiche e metacognitive, fondamentali per comprendere il proprio processo di apprendimento. “L’intelligenza artificiale può essere uno strumento potente per aiutare gli studenti a riflettere sul loro stesso apprendimento, a fare domande e a sperimentare soluzioni diverse. È uno strumento che favorisce la curiosità e la riflessione, e che può essere utilizzato per potenziare la creatività degli studenti.”
Inclusione e lotta alla disinformazione
Un altro tema di grande attualità trattato durante il talk è stato quello dell’inclusione digitale e del ruolo dell’IA nel combattere la disinformazione. Gianluca Schiavo ha presentato il progetto Dig4Future, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Save the Children Italia, che mira a migliorare le competenze digitali dei giovani in contesti svantaggiati. Schiavo ha spiegato come il progetto nasca con l’obiettivo di ridurre il divario digitale, fornendo agli studenti delle aree meno privilegiate gli strumenti necessari per utilizzare le tecnologie digitali.
“La disinformazione è un problema crescente, soprattutto tra i giovani. È essenziale che i ragazzi imparino a distinguere le notizie vere da quelle false e a utilizzare gli strumenti digitali in modo critico”.
L’intelligenza artificiale ha anche un’importanza cruciale nel migliorare la data literacy, ovvero la capacità di comprendere e interpretare i dati. Ci troviamo a vivere in un mondo in cui l’IA è sempre più utilizzata per generare e diffondere informazioni. Per questo è importante, se non fondamentale, che gli studenti sviluppino le competenze necessarie per analizzare i dati e valutare l’affidabilità delle fonti.
“Gli studenti devono imparare a interrogare le tecnologie che utilizzano, a comprendere come funzionano gli algoritmi, a essere consapevoli dei rischi legati all’uso delle informazioni digitali”.
La scuola come promotrice di cittadinanza digitale
A chiudere il talk è stata Laura Biancato, che ha ribadito l’importanza della scuola come promotrice di cittadinanza digitale. La scuola, ha spiegato, ha il dovere non solo di insegnare le competenze tecniche legate all’uso delle tecnologie, ma anche di formare cittadini consapevoli e responsabili, in grado di utilizzare le informazioni digitali in modo etico. “La cittadinanza digitale non riguarda solo la capacità di usare le tecnologie, ma anche di comprendere l’impatto che queste hanno sulla nostra vita e sulla società. È nostro compito, come educatori, formare i cittadini di domani affinché possano partecipare attivamente e consapevolmente alla vita digitale”.
Affinché questo sia possibile, è necessario un impegno sempre maggiore da parte delle istituzioni per garantire che tutti gli studenti abbiano accesso alle tecnologie necessarie per sviluppare queste competenze. “Non possiamo parlare di cittadinanza digitale se non garantiamo a tutti gli studenti l’accesso agli strumenti necessari per apprendere e partecipare al mondo digitale. È una questione di equità e giustizia sociale”.
Laura Biancato ha concluso il talk ricordando come, in un’epoca in cui la verità è sempre più sfumata e complessa, l’educazione digitale debba diventare una priorità per formare cittadini capaci di orientarsi nel mondo digitale e di partecipare attivamente alla società. Questa è l’unica strada percorribile per garantire a tutti un futuro in cui le tecnologie siano utilizzate per il bene comune e non per perpetuare disuguaglianze o diffondere disinformazione.