Come aiutare le persone a cogliere tutte le opportunità offerte dalle tecnologie digitali? E come far sì che, a partire dalle scuole e dal lavoro sui territori, si inneschino meccanismi virtuosi in grado di sostenere la trasformazione della società nel suo complesso? Ne parliamo in questa nuova puntata della Rubrica “I protagonisti del cambiamento”, in cui Gianni Dominici intervista Mirta Michilli, Direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, organizzazione che da vent’anni lavora sui temi dell’innovazione didattica, delle competenze digitali, dell’inclusione
7 Ottobre 2022
Redazione FPA
Investire sulle persone in termini di competenze e opportunità formative, valorizzare la creatività dei giovani e dare loro opportunità di occupazione qualificata, puntare sul talento delle donne e sulla loro partecipazione al mondo del lavoro, che è ancora troppo bassa e che invece potrebbe essere una grande opportunità di sviluppo soprattutto per il Sud. Questi i punti principali per costruire un paese più competitivo e inclusivo, individuati da Mirta Michilli, Direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, intervistata da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, all’interno della Rubrica “I protagonisti del cambiamento”.
Mirta Michilli sottolinea quanto sia fondamentale (oggi più che mai) riuscire a cogliere tutte le opportunità offerte dalle tecnologie digitali per farne uno strumento di inclusione, sviluppo e competitività. E lo fa anche attraverso il racconto di alcuni progetti realizzati da Fondazione Mondo Digitale in vent’anni di lavoro su due ambiti di intervento principali: da una parte la scuola, con tutta la comunità educante di insegnanti e studenti, e i giovani in senso più ampio; dall’altra tutto l’ambito delle fragilità, chi da solo non è in grado di sfruttare al meglio la grande occasione offerta dallo sviluppo tecnologico.
Imparare a usare la tecnologia in modo creativo
Per usare al meglio la tecnologia bisogna lavorare non solo sulla formazione e sensibilizzazione a un corretto utilizzo (quindi tutti gli aspetti legati alla sicurezza e alla consapevolezza dei rischi che questi strumenti possono portare con sé), ma anche e soprattutto sulla creatività. Se guardiamo al mondo della scuola, per esempio, le opportunità che la rete apre a studenti e docenti sono enormi. La pandemia è stata un momento di crescita, anche se forzata, per la diffusione e l’utilizzo di questi strumenti e anche nella scuola sono stati fatti grandi progressi. Ora il rischio è che si torni indietro: un esempio è la chiusura totale nei confronti della didattica a distanza che è stata indubbiamente una didattica di emergenza, ma tutto quello che è stato appreso, ad esempio nell’uso delle piattaforme di collaborazione, è molto importante e non va accantonato. Quello che occorre è inoltre un’innovazione sistemica: nel mondo della scuola ci sono tante esperienze innovative, ma il punto è farle passare da singole esperienze (legate a un progetto, a un dirigente o insegnante illuminato) a un’innovazione dell’intero sistema e questa è una sfida molto grande.
Investire sulle competenze in tutto l’arco della vita
Se anche il DESI 2022 ci conferma che il capitale umano è la vera nota dolente dell’Italia, questo dato mette in evidenza un problema più ampio, un male storico del nostro paese: la partecipazione degli adulti alle attività formative durante tutto l’arco della vita. In Italia meno del 20% della popolazione adulta partecipa regolarmente ad attività di aggiornamento professionale e ad attività formative e se guardiamo alle competenze digitale questo diventa oggi un problema enorme perché impatta fortemente anche sulla competitività del nostro sistema produttivo. Anche in questo caso serve un piano di interventi sistemico, sfruttando i fondi del PNRR per investimenti sul capitale umano che siano in grado di mobilitare i territori e diventino poi qualificanti per un paese che sta investendo così tanto nella trasformazione digitale.
Competenze tecniche per il mondo del lavoro
È molto importante lavorare sull’orientamento alle professioni del futuro, sia per i ragazzi che per le ragazze. E in questo senso è centrale il tema delle competenze tecniche di cui ha bisogno il nostro sistema produttivo, per superare il famoso skill mismatch, la mancata corrispondenza tra le competenze di cui le aziende hanno bisogno e quelle che, invece, i lavoratori sono in grado di offrire. Nel nostro paese anche questo è un problema molto diffuso e dobbiamo, quindi, avvicinare quanti più lavoratori possibile alle competenze necessarie per rimanere attivi in un mondo del lavoro in continuo cambiamento proprio perché legato allo sviluppo tecnologico.