PNSD Lazio, il modello degli animatori della cultura digitale
Le attività della Rete PNSDLazio hanno riguardato circa 1.700 docenti del Team Innovazione e circa 700 Animatori Digitali, raggiungendo praticamente tutte le scuole. La scelta è stata di puntare sulla cultura digitale e sull’e-leadership e non sulla specializzazione tecnologica. Ecco come
10 Novembre 2016
Noemi Fiorini, Dirigente Scolastico, Istituto Magistrale “Margherita di Savoia” – Roma, Capofila Rete PNSDLazio
Formazione Animatori Digitali e Team Innovazione. Nel corso del mese di ottobre sono state concluse le attività rivolte agli Animatori Digitali ed al TEAM per l’Innovazione. La realizzazione della formazione degli AD e del Team Innovazione è stata affidata dal MIUR a reti di scuole che assicuravano una copertura territoriale a livello regionale o subregionale. Gli USR, che hanno selezionato i progetti, in alcuni casi hanno individuato una sola rete che ha assicurato la formazione su tutta la regione; in altri casi hanno privilegiato invece un coordinamento a livello provinciale. Nel Lazio sia la formazione per il Team Innovazione sia per gli Animatori Digitali sono state affidate una rete formata da 40 scuole dislocate su tutta la regione, capofila l’Istituto Magistrale Margherita di Savoia di Roma. La scelta di costituire una rete così ampia nasceva dalla volontà strategica di coinvolgere nei processi di formazione il maggior numero possibile di scuole, al fine di attivare sinergie e valorizzare tutte le professionalità esistenti sul territorio. Nella progettazione e realizzazione della formazione, oltre alle scuole della rete, hanno avuto un ruolo centrale le Università della capitale: Sapienza, RomaTre e Tor Vergata.
Dal punto di vista metodologico la scelta fondamentale è stata di voler garantire lo stesso livello qualitativo di formazione sull’intero territorio regionale. Si è cercato di raggiungere questo obiettivo attraverso un forte coordinamento scientifico ed organizzativo e mediante la costituzione di un ristretto nucleo di formatori che ha progettato i percorsi formativi mettendo a punto materiali e metodologie da utilizzare in aula. Questo schema è stato adottato sia per la formazione degli Animatori Digitali sia per il Team Innovazione.
Quanto alle competenze da sviluppare, per quanto riguarda la formazione degli AD si è partiti dall’assunto che la formazione fosse finalizzata allo svolgimento del ruolo di “Animatori della cultura digitale” e non “Super esperti di tecnologie digitali” . Da qui la scelta di promuovere l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze trasversali dell’AD finalizzate a saper diagnosticare, relazionarsi, comunicare nei gruppi in presenza e on line, interagire in ambienti digitali oltre che in presenza, condividere risorse; acquisire e sviluppare capacità di problem solving in relazione agli specifici problemi presenti all’interno delle singole scuole. Questo obiettivi sono stati perseguiti attraverso la realizzazione di Project work di gruppo, con l’intento di promuovere la creazione di comunità di pratiche tra gli stessi AD. Questi lavori sono diventato patrimonio comune di tutti gli AD che hanno partecipato alla formazione.
Per quanto riguarda il Team Innovazione la scelta dei contenuti dei moduli formativi era predeterminata su argomenti centrati più immediatamente a ridosso della didattica e dell’utilizzo dei dispositivi individuali e collettivi nei processi di apprendimento; cionondimeno si è rivelata utilissima la scelta di coordinare strettamente l’azione dei formatori.
Le attività della Rete PNSDLazio hanno riguardato circa 1.700 docenti del Team Innovazione e circa 700 Animatori Digitali, raggiungendo praticamente tutte le scuole: nel primo caso (Team) si è trattato di formazione in presenza, mentre nel secondo (AD) di formazione blended che ha portato alla realizzazione di circa 100 project work pubblicati in una repository sul sito e sulla piattaforma e-learning della rete.
Uno sforzo organizzativo imponente con il coordinamento scientifico ed organizzativo della scuola capofila. Il modello organizzativo adottato e la qualificazione dei formatori (ricercatori e docenti universitari nel caso deli AD, docenti delle scuole del Lazio nel caso del TEAM), hanno contribuito a raggiungere pienamente gli obiettivi formativi. Ne sono prova il diffuso apprezzamento da parte di coloro che hanno partecipato alla formazione, gli elevatissimi tassi di frequenza, i risultati dei questionari di gradimento che evidenziano livelli di apprezzamento delle attività molto elevati.
Fase 2 – Formazione all’innovazione didattica e organizzativa . L’intensa collaborazione tra i formatori ha consentito la definizione buone pratiche che costituiscono un patrimonio esperienze e competenze a disposizione di tutte le scuole che dovranno in seguito realizzare azioni formative. Terminata la prima formazione degli Ad e del Team, sta infatti partendo la seconda parte della formazione sul PNSD che vede uno massiccio dispiegamento di forze risorse ed il coinvolgimento di ben 19 unità di personale per ogni scuola: il Dirigente Scolastico, il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi, 2 assistenti amministrativi, 1 assistente tecnico, l’Animatore Digitale, i tre docenti del Team Innovazione e 10 docenti. La mission di questa seconda fase della formazione è di diffondere gli strumenti e la logica del PNSD. Una logica che parte da un assunto fondamentale ( l’uso della tecnologia deve essere al servizio della didattica e dei processi di apprendimento) e fornisce strategie e strumenti e risorse (le #35 azioni).
Anche in questo caso la realizzazione delle attività è stata affidata alle scuole, ma con modalità diverse: a seguito di un bando pubblico, in ogni regione è stato individuato un certo numero di Snodi Formativi Territoriali (nel Lazio 25) cui è stata affidata la realizzazione delle attività formative. Molte delle scuole che facevano parte della rete PNSDLazio sono state selezionate quali Snodi Formativi proprio per l’esperienza maturata. Con un deciso cambio di rotta dal punto di vista gestionale, la realizzazione delle attività non vede più protagoniste le reti di scuole, ma a singoli istituti che costretti ad affrontare singolarmente uno sforzo organizzativo enorme attraverso le strette maglie delle regole PON-FSE.
Se è vero che per ogni regione è stata individuata una scuola con funzioni di coordinamento regionale, è anche vero che dal punto di vista operativo a questo ruolo non corrisponde alcuno strumento di coordinamento. Per questo motivo, pur in presenza di una diffusa volontà da parte degli Snodi Formativi di condividere la progettualità delle azioni, il livello di confronto e di coordinamento si sono abbassati drasticamente. L’augurio è che il valore aggiunto in termini di autonomia da parte delle singole scuole che gestiscono la formazione sia sufficiente a compensare la diminuzione dei livelli di coordinamento scientifico ed organizzativo e delle sinergie garantiti dalle reti di scuole che hanno gestito le fasi precedenti. L’esito non è scontato.
A margine, un cenno merita il fatto che le azioni formative realizzate dagli Snodi Formativi Territoriali di norma non prevedano come parte integrante dei percorsi formativi, attività in e-learning. Più precisamente: le attività in e-learning sono possibili, ma comportano costi non rendicontabili come ore di formazione. Questa circostanza, con molta probabilità legata alle norme per la gestione dei PON, rappresenta un serio limite alle attività da realizzare. Si spera che per il futuro si possano trovare modalità che ne consentano il superamento. Gestire la formazione sul Piano Nazionale Scuola Digitale solo in presenza, senza sperimentare concretamente quegli strumenti per la diffusione dei quali si attiva la formazione, rappresenta una evidente contraddizione rispetto agli obiettivi da raggiungere.