Scuola, Rubinacci:” L’innovazione è vincente solo se è supportata da persone”
Il libro bianco offre esempi di quella che appare la ricetta futura per rilanciare lo sviluppo del sistema educativo. I temi proposti, anche se non coprono tutto lo scenario del sistema educativo, sono questioni sui quali in parte si giocano le prospettive di sviluppo del sistema scolastico e
sono interventi dal basso che dipendono da noi
16 Luglio 2018
Alfonso Rubinacci, coordinatore Comitato scientifico Tuttoscuola
“Il futuro non è un regalo ma una conquista”. Diceva Robert Kennedy. Saranno le scelte che oggi si fanno in tema di istruzione e formazione a condizionare lo sviluppo del nostro sistema educativo. Da decenni dobbiamo riformare la scuola e siamo sempre lì a misurare il fallimento dei progetti di riforma, mentre abbiamo un gran bisogno di guardare avanti, mobilitando le nostre energie. Il libro bianco pubblicato da FPA offre esempi di quella che appare la ricetta futura per rilanciare lo sviluppo del sistema educativo.
I temi proposti anche se non coprono tutto lo scenario del sistema educativo sono questioni sui quali in parte si giocano le prospettive di sviluppo del sistema educativo. Sono interventi dal basso che dipendono da noi, non richiedono iter decisionali complessi perché possono nascere nei comportamenti individuali. Prospettano ambiti di opportunità da cogliere, da stimolare iniziative che se condivise possono risolvere problemi con cui le politiche di governo si cimentano da anni.
I docenti sembrano in affanno davanti ai ragazzi che la tecnologia riesce ad incantare. Davanti alla liquefazione della società, nell’emergere della violenza e della indifferenza la scuola appare spaesata, non in grado di ammodernare ciò che di buono ha fatto. Non basta l’annunciazione di progetti, serve l’impegno a rianimare una speranza civile, un cammino senza pigrizia e senza calcoli. Dobbiamo individuare nuove prospettive, capaci di offrire ai giovani un punto su cui poggiare il loro domani.
Il quoziente di difficoltà per i docenti alle prese con gli studenti in questa fase storica è aumentato in maniera esponenziale. Fare il docente è sempre sta una missione speciale: oggi è ancora più difficile. Il rispetto delle regole, in un contesto sociale nel quale molti non le rispettano, si è trasformato in uno slogan privo di significato concreto. Abbiano bisogno di parole nuove, di dare concretezza ad una nuova visione, ai valori del rigore e della serietà. E’ necessario recuperare i fili spezzati fra generazioni, la qualità delle azioni contro il successo dei numeri.
La comunità scolastica è chiamata a mettersi in presa diretta con la realtà, così come essa è e con fare persuasivo coinvolgerla, integrarla per dischiudere un cammino. Tutti dobbiamo essere consapevoli che la fine di un mondo non è la fine del mondo, che le crisi preludono alla nascita del nuovo.
Quando l’istituzione scolastica fa sistema con il contesto territoriale, le famiglie, le imprese, le organizzazioni sociali, gli organismi finanziari la svolta anche in tempi di crisi finanziaria non tarda ad arrivare. Se invece prevalgono logiche di attesa o di chiusura al contesto sociale, l’innovazione non è garantita.
Se l’istituzione scolastica è gestita bene e la comunità scolastica crede in quel che fa, non serve molto per cambiare. E’ la capacità di innovare che distingue un dirigente costruttore di senso dal dirigente che continua senza originalità idee e forme del suo predecessore.
L’innovazione è vincente solo se è supportata da persone che si distinguono per particolari capacità perché la ricetta perfetta non esiste. Innovare vuol dire creare qualcosa di cui c’è bisogno con le tecnologie al servizio delle idee.