Scuola, trasformazioni in corso

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Il quadro strategico e operativo disegnato dal Piano Nazionale Scuola Digitale è uno dei punti fermi della trasformazione digitale della scuola. Prima della pausa estiva facciamo il punto su quanto emerso dal dibattito aperto su queste pagine. Da settembre torneremo, seguendo l’attuazione di questo piano ambizioso

29 Luglio 2016

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redazione

Il quadro strategico e operativo disegnato dal Piano Nazionale Scuola Digitale, e qui illustrato dal capo dipartimento del Miur Sabrina Bono , è uno dei punti fermi della trasformazione digitale della scuola. Un piano ambizioso, e insieme complesso e articolato, che necessariamente nella sua attuazione deve far conto con problemi burocratici, culturali e, dall’altra parte, riuscire ad accogliere e valorizzare la ricchezza dei contributi e delle esperienze di innovazione che già sono concreti tasselli di cambiamento.

Innovazioni come quello del Liceo Lussana di Bergamo, descritto da Dianora Bardi , dove ristrutturazioni e interventi di manutenzione diventano sempre più necessari, ma possono rappresentare una grande opportunità per l’intero sistema scolastico. Perché lo spazio della classe non è neutro rispetto all’apprendimento e un ambiente adeguato può migliorare il rendimento scolastico.

Il tutto secondo un approccio che, come ci ha evidenziato Paolo Ferri , implica anche un complessivo ripensamento dell’organizzazione scolastica, anche nei suoi spazi e ambienti. Ad esempio il cooperative learning: l’accentuazione della collaborazione fra studenti, dello scambio di conoscenze, dell’aiuto reciproco per progettare una scuola che tenga nel dovuto conto la vita sociale degli studenti.

Il Cantiere Scuola Digitale di Forum PA ha l’obiettivo di favorire il confronto positivo in uno spirito di condivisione non solo nella sostanza della discussione ma anche nella modalità, suggerendo proposte e punti di riflessione, come hanno qui descritto Paolo Paolini e Nicoletta DiBlas del Politecnico di Milano .

All’interno del confronto, quindi, diversi temi sono emersi come più opportuni da approfondire.

Tra questi,

  • l’approccio alle esperienze internazionali. Qui ad esempio una riflessione di Carlo Giovannella , che indica come la strada sia quella di ripartire dalla cultura italiana, l’unione di concretezza e umanità, l’importanza dell’“open access” che si estende dalle infrastrutture alle competenze e alle persone;
  • la formazione e l’accompagnamento delle scuole, e la necessità di un adeguato bilanciamento tra indicazioni centrali e autonomia, come hanno sottolineato, puntualizzando aspetti diversi, Alessandra Rucci , Licia Cianfriglia e Giovanni Biondi ;
  • la burocrazia della macchina amministrativa, come ha argomentato Laura Biancato , secondo la quale il sistema scuola appare soffocato da una burocrazia sempre più pressante e inutile, e che è necessario considerare come un aspetto rilevante, poiché il cambiamento deve essere fondato su un’amministrazione che si rinnova, snellendo le procedure.

Un confronto che rimane aperto e utile in quanto orientato verso la collaborazione al successo di uno dei pochi piani di sistema oggi presenti. Il prossimo anno scolastico sarà il primo che potrà beneficiare di alcune delle azioni previste nel Piano e quindi i prossimi mesi saranno importanti per iniziare a valutare l’impatto degli interventi formativi già avviati e per il raffinamento del modello complessivo, consapevoli che la trasformazione è ambiziosa e complessa e i processi di cambiamento culturale necessitano insieme di determinazione e ascolto, partecipazione.

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