Una rete di 200.000 computer a servizio della ricerca europea

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Grazie al progetto EGI (European Grid Infrastructure) finanziato dalla Commissione europea, i ricercatori dell’UE avranno accesso continuo e duraturo alla potenza di elaborazione combinata di più di 200 000 computer da tavolo disseminati in oltre 30 paesi europei.

15 Settembre 2010

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Grazie al progetto EGI (European Grid Infrastructure) finanziato dalla Commissione europea, i ricercatori dell’UE avranno accesso continuo e duraturo alla potenza di elaborazione combinata di più di 200 000 computer da tavolo disseminati in oltre 30 paesi europei.

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Per i prossimi quattro anni la Commissione contribuirà con 25 milioni di euro alla realizzazione del progetto EGI-InSPIRE, cui scopo è fondere la capacità di elaborazione dei computer da tavolo che rimarrebbe altrimenti inutilizzata, mettendo così a disposizione dei ricercatori la potenza di calcolo di cui necessitano per risolvere problemi complessi in campo ambientale, energetico o sanitario. EGI, la più grande infrastruttura di calcolo collaborativo per l’e-Science mai creata finora, permetterà a team di ricercatori geograficamente distanti di lavorare ad un problema come se si trovassero nello stesso laboratorio. Il potenziamento dei centri di ricerca come EGI rientra nell’Agenda digitale europea, la strategia messa a punto dalla Commissione per massimizzare il potenziale sociale ed economico offerto dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

“La possibilità di avere accesso ad una maggiore potenza di calcolo – ha detto Neelie Kroes, Commissaria europea per l’agenda digitale e vicepresidente della Commissione – consentirà ai ricercatori europei di far fronte a sfide importanti per la ricerca in ambiti quali i cambiamenti climatici e l’assistenza sanitaria. EGI contribuirà a rafforzare la capacità dell’Europa di fare ricerca e fornirà agli scienziati il sostegno di cui hanno bisogno, permettendo al tempo stesso di risparmiare energia e ridurre i costi”.

L’enorme capacità di elaborazione necessaria per la ricerca in ambiti quali i cambiamenti climatici e l’assistenza sanitaria può essere fornita da grossi “super computer” come quelli dell’iniziativa PRACE (Partnership for Advanced Computing in Europe), oppure sfruttando la potenza di elaborazione, altrimenti inerte, di migliaia di computer connessi attraverso reti di comunicazione ad alta velocità.

Un PC da tavolo resta inattivo in media per circa il 60-85% del tempo. Reti come EGI distribuiscono i compiti di calcolo che coinvolgono grandi quantità di dati tra le capacità di elaborazione di diverse migliaia di computer da tavolo distanti l’uno dall’altro, facendo sì che il loro processore passi dal ciclo inattivo a quello produttivo. EGI-InSPIRE darà accesso ai ricercatori europei alla potenza combinata di elaborazione di 200 000 computer da tavolo presenti in oltre 300 centri sparsi per il mondo.

Il progetto che ha preceduto EGI, l’Enabling Grid for eScience, ha ottenuto in 8 anni più di 100 milioni di euro di fondi dall’Unione europea, ed è oggi utilizzato da 13 000 ricercatori per aiutare, ad esempio, i fisici del Large Hadron Collider, in Svizzera, a studiare le particelle più piccole conosciute al mondo, o i biologi e gli scienziati a sviluppare nuovi farmaci contro malattie come l’influenza aviaria e la malaria.

Consentendo a diverse comunità di ricerca di collegarsi alla capacità di elaborazione di computer già esistenti si riuscirebbe inoltre a ridurre considerevolmente i costi e a risparmiare energia. Nei prossimi anni l’Europa dovrebbe investire più di 2 miliardi di euro in nuove infrastrutture di ricerca nel campo delle TIC destinate ai centri di fisica e d’ingegneria, d’energia, delle scienze ambientali, biologiche e mediche, sociali e umanistiche, dei materiali e d’analisi, in cui sarebbe possibile realizzare consistenti risparmi se i ricercatori, invece di mettere a punto i loro propri supercalcolatori o reti, utilizzassero la capacità di elaborazione messa a disposizione tramite EGI. Quest’ultimo può inoltre servire a collaudare vari servizi e tecnologie basati sul “cloud-computing”, ovvero distribuiti in remoto.

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