Verso l’Università del futuro: il progetto EDUNEXT – Next Education Italia
Finanziato con 22,4 milioni di euro dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito delle azioni del PNRR, il progetto EDUNEXT è promosso da una rete di 35 Università e 5 istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), che vede UNIMORE come capofila nazionale. La rete EDUNEXT vuole innovare profondamente l’approccio alla formazione superiore nel nostro Paese, attraverso metodologie e tecnologie avanzate, per una formazione personalizzata rispetto ai bisogni degli studenti e adattabile alle esigenze del mercato del lavoro e della società
6 Settembre 2024
Redazione FPA
Innovare profondamente l’approccio alla formazione superiore dando vita al più grande gruppo a livello europeo per l’Higher Education, con oltre 700mila studenti e più di 25mila docenti e ricercatori. È l’obiettivo del progetto Next Education Italia (EDUNEXT), presentato il 3 settembre a Reggio Emilia, presso il Polo Universitario per la Formazione Digitale.
Il progetto EDUNEXT: la rete coinvolta
Finanziato con 22,4 milioni di euro dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito delle azioni del PNRR, il progetto EDUNEXT è promosso da una rete di 35 Università e 5 istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), che vede UNIMORE come capofila nazionale. L’iniziativa è supportata da 55 tra istituzioni (tra cui 5 Regioni, CNR, INDIRE), associazioni, enti culturali, imprese distribuite su tutto il territorio nazionale.
“È un progetto che parte da lontano da una comunità di persone, appartenenti a tutti gli atenei coinvolti, che da oltre 20 anni sperimenta, discute, si confronta sui temi della innovazione didattica e della relazione con le tecnologie”, così commenta Tommaso Minerva, professore Ordinario di Statistica di Unimore, Direttore del Centro EDUNOVA, Presidente della Società Italiana di e-Learning e coordinatore scientifico di EDUNEXT.
Alla presentazione del 3 settembre, oltre al prof. Minerva, ai Rettori degli Atenei e degli AFAM coinvolti, sono intervenuti: Roberta Anceschi, Presidente Unindustria Reggio Emilia; Luca Chiantore, Direttore Generale Unimore; Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA; Roberto Neulichedl, Assessore all’Università del Comune di Reggio Emilia; Mario Nobile, Direttore Generale di AGID; Carlo Adolfo Porro, Magnifico Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Paola Salomoni, Assessore all’Università, Ricerca, Agenda Digitale ReR.
“EDUNEXT nasce come rete nazionale in grado di rispondere in modo efficace alle sfide poste dall’evoluzione tecnologica e pedagogica”, a dirlo è Carlo Adolfo Porro. E ciascuno degli ospiti, partendo dalle sfide poste dal presente, ha raccontato le opportunità offerte dal progetto, considerandole parte di un percorso per lo sviluppo dell’intero Paese.
Per Gianni Dominici il progetto mira ad intervenire su due dimensioni molto importanti che riguardano il futuro del nostro Paese. “La prima di natura metodologica: siamo un Paese ricco di eccellenze, anche e soprattutto in ambito universitario, ma che troppo spesso non fanno rete, progetto comune, sistema. Con Edunext, 55 realtà distribuite su tutto il territorio nazionale hanno definito un tema federatore che le unisce nell’adottare, sviluppare e promuovere percorsi e soluzioni formative innovative. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni italiane questa è una grande opportunità (da qui la seconda dimensione innovativa) per poter disporre alle competenze necessarie, alle persone adeguatamente formate, in grado di affrontare la complessità del presente ma, soprattutto, le sfide del futuro”.
Anche dal discorso di Minerva si evince come la creazione dei Digital Education Hub possa rappresentare un crocevia strategico nell’innovazione del Paese e non solo delle università. “EDUNEXT vuole mettere al centro le persone e accompagnare il processo di integrazione e di capacità di interazione con tecnologie sempre più pervasive per migliorare i processi di formazione e di crescita personale lungo tutto l’arco della vita. Con l’avvio di EDUNEXT questa grande comunità ha a disposizione gli strumenti, l’attenzione e le risorse per realizzare ciò che in questi decenni ha sempre ‘predicato’”.
Obiettivi e azioni del progetto
Design, sviluppo ed erogazione di percorsi formativi digitali – diversificati, inclusivi, accessibili, innovativi, allineati agli standard internazionali e in linea con le nuove esigenze della società, delle imprese e delle professioni – sia nel contesto dell’istruzione formale (corsi di laurea e master/corsi di perfezionamento) che in quello della formazione professionale e continua con formati più flessibili come i MOOCs (Massive Open Online Courses). Attraverso queste azioni la rete del progetto EDUNEXT vuole promuovere l’implementazione di metodologie e tecnologie avanzate e innovative nell’ambito educativo che rispondano anche alla necessità di aumentare il numero dei laureati nel nostro Paese. Una formazione di qualità, insomma, personalizzata rispetto ai bisogni degli studenti e adattabile alle esigenze del mercato del lavoro e della società.
Ne è consapevole anche Mario Nobile, che evidenzia l’esigenza di avere una formazione in grado di adattarsi rapidamente ai nuovi contesti del mercato del lavoro e all’evoluzione tecnologica, come ribadito dalla Strategia italiana per l’Intelligenza artificiale 2024-2026.
Nei master e nei MOOCs in cantiere un focus particolare verrà riservato ad ambiti strategici, come competenze e cittadinanza digitale, sostenibilità ed energia, data literacy e intelligenza artificiale. E questo, come sostiene Nobile, è centrale per assicurare un livello di competenze adeguato al posizionamento strategico dell’Italia e dell’Europa. “Il progetto EDUNEXT rappresenta uno snodo cruciale per l’innovazione della formazione in Italia, perché sfrutta le tecnologie più avanzate, come l’intelligenza artificiale, per ripensare il modo di sviluppare le competenze di cittadini e imprese, grazie a un’infrastruttura solida, nuovi approcci metodologici, modelli inclusivi e flessibili”.
Il progetto prevede, inoltre, azioni di formazione e knowledge building destinate ai docenti e al personale degli Atenei e degli AFAM; l’interscambio di docenti e la costruzione di progetti formativi interuniversitari; la possibilità per gli studenti di acquisire CFU da tutta la rete; lo sviluppo di una Educational Content Library accessibile ai docenti degli enti afferenti al partenariato.
Attraverso questo progetto, Unimore intende creare un ecosistema formativo che metta a disposizione di studentesse, studenti e docenti strumenti avanzati, accessibili e integrati, che permettano di costruire percorsi di apprendimento personalizzati e orientati a risultati concreti. A descrivere l’intento del progetto il Magnifico Rettore Porro, che afferma: “Quello che intendiamo fare non è circoscritto alla digitalizzazione dei percorsi formativi esistenti, ma, piuttosto, ad un ripensamento integrale dell’approccio educativo, con l’obiettivo di renderlo più flessibile e capace di adattarsi rapidamente alle nuove esigenze della comunità universitaria, dell’alta formazione e della società”.
Tra gli obiettivi del progetto, anche aumentare la consapevolezza del valore dell’istruzione digitale di alta qualità non solo fra gli Atenei partner, ma anche verso l’opinione pubblica. Per questo verrà attivato un canale VideoCast ospitato su una piattaforma nazionale (in collaborazione con La7) e canali PodCast sulle principali piattaforme di ascolto.
Tempistiche del progetto
Entro i primi tre anni è previsto l’avvio di 32 Corsi di Laurea (triennali e magistrali), 32 Master e oltre 250 contenuti formativi aperti (MOOCs) e divulgativi per un totale di circa 7000 Crediti Formativi Universitari.
Un obiettivo qualificante e strategico sarà la costituzione di un sistema di emissione di Micro-credentials e di e-portfolio management per la certificazione delle competenze acquisite entro i framework dell’Unione Europea (ESCO EU- FRAMEWORK).
La fase di avvio (da qui al 2026) è coperta da finanziamento MUR, a seguire e fino al 2027 la copertura sarà garantita dai partner, mentre dal 2028, con l’entrata a regime, la copertura dovrà essere garantita dalle entrate delle attività e dai partner.
L’obiettivo è rendere il progetto sostenibile e autosussistente al termine del finanziamento, in un modello virtuoso di sinergia istituzionale che potrebbe fornire un importante precedente per ulteriori iniziative educative nazionali e internazionali.